giovedì 2 maggio 2013

L'AMBIENTE FAMILIARE

Proviamo a descrivere i profili di alcune tipologie di "famiglie anoressiche"

Assenza o carenza di espressione autentica delle emozioni.
Cioè la difficoltà di esprimere apertamente e direttamente le emozioni al diretto interessato. quel che avviene è una comunicazione di tipo più indiretto per cui, lamentandosi con la figlia, il padre si riferisce alla moglie. E ancora, la figlia, per esprimere il suo rancore verso la sorella, si sfoga con la madre.
In queste famiglie dire apertamente e direttamente quello che si pensa è difficile e complesso.
Pensiamo a una figlia che finalmente riesce a esprimere la sua rabbia verso la madre, la quale in risposta a ciò la rimprovera pesantemente per la sua mancanza di rispetto e conseguentemente non le rivolge più la parola per qualche giorno. Inevitabilmente questa ragazza imparerà che non è il caso di dire chiaramente quello che si pensa,e  che anzi è una cosa sbagliata e indegna per una figlia. Inevitabilmente adotterà un sistema di comunicazione indiretto.

La sindrome della famiglia perfetta.
In molte famiglie esiste la regola che l'apparenza, l'idea che gli altri si possono fare del nucleo familiare, è un elemento essenziale per il benessere della famiglia stessa. Ecco allora che viene posta una grande attenzione a non scoprire i panni sporchi e i problemi che inevitabilmente ci sono in ogni famiglia. Così, quando c'è un parente in casa, per non fare brutta figura, non bisogna mai urlare o trattare certi argomenti tabù.
Questo toglie spontaneità alla comunicazione extrafamiliare, rendendola spesso costruita, fatta di modi e contenuti talora "falsi".
Ebbene, un simile tentativo di apparire felici, sorridenti, uniti ha un prezzo: quello di reprimere le proprie emozioni e di consumare tutti i disagi e i problemi entro la famiglia, che diviene col tempo un'autentica polveriera con bomba a orologeria.

Eccessiva importanza ai risultati e alle prestazioni.
In ogni famiglia esiste una gerarchia di valori spesso impliciti che classifica l'importaza di ciò che si fa. Se il voto che si prende a scuola, il risultato nella gara sportiva, il vestito che si indossa hanno n estremo valore e vengono considerati i passaporti per la vita, nelle ragazze nascerà pian piano la convinzione che i sentimenti, gli scambi d'affetto, la comprensione reciproca abbiano un'importanza  relativa.
La laurea con 110, il lavoro prestigioso, la frequentazione di determinati ceti sociali assumono così un'importanza vitale.
Si pensi poi a che cosa succede se più o meno esplicitamente la madre comunica che è importante avere una bella linea per essere accettati e apprezzati nel mondo: se la figlia è emotivamente fragile e prende alla lettera tali precetti, può intraprendere la dieta e attuarla nel modo più drastico e inflessibile che le riesce.

La famiglia chiusa.
Che una famiglia sia unita e condivida i problemi e le gioie è apprezzabile da tutti, tuttavia quando il noi come gruppo familiare sovrasta l'io come individualità non ne possono che scaturire danni.
E' importante sottolineare che ogni persona è una individualità che in quanto tale ha diritto di scegliere liberamente chi frequentare e quale strada intraprendere all'esterno della famiglia; se ciò viene impedito, e la scelta della facoltà universitaria o i lo ragazzo da frequentare diventano una scelta famigliare più che personale, l'autonomia di decisioni e la capacità di responsabilizzarsi viene meno. E' questo il motivo per cui in queste famiglia difficilmente un componente può pensarla diversamente da un altro, perlomeno in forma esplicita e chiara, e le scelte fatte sono sempre frutto di decisioni corali su questioni troppo personali.

La famiglia iperprotettiva.
Ogni membro della famiglia aiuta e sostiene l'altro in maniera continua anche quando non ce ne sarebbe necessità. Ad esempio se una figlia deve compiere un viaggio, la madre si prodiga per procurarle il biglietto e informarsi sulle diverse tappe e insidie che può incontrare. O ancora, se la madre ha poche linee di febbre, la figlia può evitare di uscire quella sera o addirittura chiamare il medico di famiglia a casa.
Tale interdipendenza reciproca rafforza sì i legami tra i componenti della famiglia, ma impedisce un'adeguata costruzione dell'autonomia e dell'iniziativa personale.

La famiglia caotica.
E' una famiglia non strutturata e instabile. Le regole sono contraddittorie e l'espressione della rabbia avviene in modo esagerato e distruttivo. E' il caso che può favorire problemi di bulimia nervosa più che di anoressia.

(Tratto da "Anoressia, amica mia nemica mia, di Igino Marchi)

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