martedì 30 aprile 2013

PROBLEMI PSICOLOGICI LEGATI ALL'ANORESSIA

Non tutte le ragazze anoressiche presentano solo questa patologia: in alcuni casi la malattia è affiancata da altre problematiche psicologiche. E' importante individuarle perché quando il problema anoressia si intreccia con altri disturbi psichiatrici diventa una patologia molto resistente che spesso dura per anni e richiede una strategia di intervento più complessa e prolungata.

Problemi psicologici spesso presenti nelle anoressiche:
- la fobia sociale.
Chi presenta tale disturbo avrà una grande difficoltà a interagire con gli altri. Avrà molto timore del giudizio e delle critiche delle amiche e delle figure di autorità. Presenterà serie difficoltà a parlare di fronte agli altri, a gestire le inevitabili critiche.
- ossessioni.
Sono idee, pensieri, impulsi, immagini ricorrenti che vengono esperiti come intrusivi e fastidiosi. Per esempio pensieri di commettere qualche atto deplorevole.
In genere si tenta di neutralizzare tali pensieri con rituali, per esempio, pregare in modo ripetitivo.
Si ha consapevolezza che tali pensieri sono assurdi prodotti mentali, ma non si riesce a bloccarli.
- compulsioni.
Sono comportamenti ripetitivi, rispondenti a determinate regole ed eseguiti in modo stereotipato. Per esempio lavarsi le mani per dieci volte consecutive.
Tali comportamenti hanno lo scopo di neutralizzare qualche disagio o livelli elevati di ansia.

Oltre ai disturbi d'ansia esiste un'altra categoria di disturbi di maggiore gravità che gli esperti sono soliti chiamare disturbi di personalità. Questi comprendono una serie di aspetti caratteristici di una persona che condizionano pesantemente il comportamento e il pensiero di chi ne è affetto. Riportiamo di seguito alcuni esempi relativi a "tratti" di personalità disfunzionali.

Perfezionismo e ipercontrollo estremo.
Chi presenta questo tratto di personalità cerca soluzioni perfette senza errori e sbavature di alcun genere. Il desiderio di certezza produce uno stato di vigilanza e attenzione continua, senza alcuna possibilità di distrarsi e abbassare la guardia.
Pensieri automatici tipici: "devo trovare soluzioni perfette" - "devo evitare di commettere errori".
Assunzioni e presupposti sottostanti: "errore = fallimento"; "è intollerabile perdere il controllo della situazione"; "devo evitare di commettere errori, altrimenti non valgo niente".
Ricerca di algoritmi sicuri: si interpreta la realtà in base a schemi rigidi e fissi che diano una dimostrazione perfetta della veridicità del proprio pensiero obiettivo. Non si usano invece valutazioni intuitive, probabilistiche, che calcolino il grado di rischio e di fattibilità. Per esempio: "se faccio un'abbuffata vuol dire che sono ancora bulimica"; se quella persona tiene veramente a me oggi mi deve telefonare"; se ora sono triste significa che sono ancora malata".
Diretta conseguenza di tali pensieri sarà una ricerca continua di attuare comportamenti e azioni ineccepibili; e continui test sulle proprie capacità e controlli su tutto ciò che fa.

Evitamento sociale e interpersonale.
- si evita qualunque attività lavorativa e non, a contatto con gli altri;
- non si desidera interagire con altri se non si ha la certezza di essere accettati;
- si ha paura di dire qualcosa di umiliante e di sciocco;
- si teme di non saper rispondere alle domande;

Ciò è dovuto a un'autosvalutazione di sé e degli eventi che comporta:
- un'autocritica feroce: "Sono stupida, perdente, incapace, patetica";
- un impegno ostinato nel nascondere la propria personalità, ritenuta inaccettabile dagli altri;
- l'enorme timore del rifiuto, che è considerato insopportabile e troppo doloroso;
- l'attribuzione del rifiuto altrui alla propria inadeguatezza e in genere alle proprie incapacità.

Emozioni tipiche: vergogna, imbarazzo, ansia sino alla paralisi;
pensieri tipici: "e ora cosa penseranno di me?"; "Penseranno che faccio schifo"-

Schema cognitivo principale. Tutto viene visto e vissuto in termini di accettazione/rifiuto, per cui la mancanza di un saluto, di una telefonata, un'arrabiatura vengono subito etichettati come rifiuto totale.

Evitamenti messi in atto.
Emotivo: si evitano emozioni tristi e sgradevoli perché troppo dolorose, si allontanano i brutti ricordi. Si sente la testa vuota.
Cognitivo: si evitano gli argomenti spiacevoli e dolorosi, si cambia discorso appena questo causa sofferenza.
Comportamentale: si evitano situazioni sociali ritenute pericolose.

Dipendenza e mancanza di autonomia.
- essere incapaci di prendere decisioni autonome senza suggerimenti e aiuto;
- permettere che gli altri prendano decisioni per noi;
- essere sempre o spesso d'accordo con gli altri;
- temere di essere abbandonati;
- sentirsi a disagio quando si è soli;
- sentirsi sconvolti quando terminano relazioni strette.

Schema cognitivo di base: valutarsi inadeguata, incapace, debole, indifesa, bisognosa; pensare di poter sopravvivere solo con l'aiuto di una persona significativa. Di conseguenza desidera avere sempre l'aiuto di una persona a lei significativa.

(Tratto da "Anoressia, amica mia nemica mia" di Igino Marchi)



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