domenica 12 maggio 2013

La famiglia.

L'anoressia, 'perdita di appetito', è un termine che può descrivere solo il comportamento della paziente designata, non il comportamtno della famiglia.
Possiamo coniare una nuova parola, per quanto brutta _ 'anoressiogena' _ per descrivere la famiglia che produce bambine sofferenti di anoressia. Ma rimarremmo ancora dentro una struttura lineare attribuendo la causalità alla famiglia e facendo della bambina anoressica una vittima indifesa. Nell'ambito di una visione sistemica si vuole tentare di descrivere il paziente designato come partecipante attivo al processo in cui non ci sono né tiranni né vittime, ma solo membri di una famiglia coinvolti nelle piccole cose della vita di ogni giorno.
Uno dei più importanti gruppi di riferimento è la famiglia. La convalida della famiglia è di importanza vitale per tutti i membri della famiglia, ma in particolare lo è per i figli, sottoposti a mutevoli processi di formazione dell'identità. Due caratteristiche_ autonomia e appartenenza_ sono fondamentali per l'identità umana. Ed è all'intenrno della famiglia che i bambini sviluppano il senso di sé come individui autonomi, che appartengono e possono dipendere da un certo gruppo. Il modo in cui funziona la famiglia, dunque, ha implicazioni importantissime per lo sviluppo dell'individuo. I modelli transazionali della famiglia costituiscono la matrice della crescita psicologica.
Il modo più facile per definire un sistema famiglia è descriverlo come avente inizio nel momento in cui due persone si uniscono con il proposito di formare una famiglia, poiché ciascuno dei due partner è cresciuto in una famiglia propria, ciascuno ha la propria mappa cognitiva e le proprie aspettative di ruolo rispetto all'interazione umana. Ognuno presume che per comunicare le persone usino certe regole. Ognuno presume che certi valori siano veri. I paradigmi di ambedue i partner devono essere mantenuti, in modo che ciascuno possa conservare il senso di sé. Ma i due paradigmi devono anche conciliarsi, in modo che divenga possibile la vita in comune.
Nel processo di conciliazione dei loro paradigmi, i coniugi sviluppano nuovi modellli transazionali. Questi modelli possono rappresentare dei compromessi, o possono comprendere diversità irrisolte. Ma in ambedue i casi i nuovi modelli transazionali divengono familiari e quindi preferiti. Un'unità coniugale si è formata.
Fin dai primi anni, il bambino sperimenta differenti segmenti del suo potenziale biopsicologico. Alcuni aspetti della sua personalità vengono rinforzati da transazioni all'interno della famiglia. Altri aspetti vengono scoraggiati o limitati. Come risultato di questo feedback, alcuni modi d'essere cadono in disuso e divengono meno accessibili per il bambino. Altri tipi di input e di riposta, incoraggiati dalla famiglia, divengono familiari e facilmente utilizzabili. Questi modi d'essere abituali tedono a venir identificati come sé.
Quando il bambino cresce, il suo modo d'essere entra in contatto con altri gruppi sociali. Nel mondo extrafamiliare esso sperimenta i modelli che ha appreso nella famiglia. Usa i modelli sviluppati nei sottosistemi dei genitori e del gruppo di fratelli e sorelle per intraprendere relazioni con altre persone a diversi livelli. Usa modelli che ha visto nei sottosistemi adulti per intraprendere rapporti con i coetanei.
Sperimenta inoltre i valori e gli input extrafamiliari. All'inizio questi vengono trasmessi attraverso la famiglia. Più tardi vengono sperimentati più direttamente, a livello individuale. Ma il senso di sé del bambino come parte del mondo è ancora mediato dalla famiglia, e le sue risposte nell'ambniente extrafamiliare continuano a essere convalitadate e o squalificate dalle reazioni della famiglia. La famiglia rimane il gruppo che deve assicurare la sua sopravvivenza, provvedendo ai suoi bisogni fisici e psicologici e proteggendolo dal pericolo e dalla malattia.
L'identità cresce con lentezza e si costruisce sulle numerose interazioni interne ed esterne alla famiglia che definiscono per il bambino chi è e dove si colloca. Il suo senso di interazione cambia man mano che cresce, dal momento che anche lui è un organismo in continuo cambiamento con bisogni, interessi e capacità in continuo cambiamento. In questo processo, organizza la sua esperienza in modi via via più complessi. D'altra parte, fino all'adolescenza il sistema famigliare è il luogo primario di crescita. Il modo in cui esso funziona influenza e addirittura definisce il progresso del bambino.

(Tratto da "Famiglie psicosomatiche" di S. Minuchin)

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