martedì 7 maggio 2013

Paure

Le donne con alterazioni nel controllo dell'appetito non sono così autonome e indipendenti come vogliono apparire. Sono persone che non amano il loro vero Io e che non riescono a formulare richieste o rifiuti per paura di non essere più amati. Servendosi della distanza evitano che gli altri si avvicinino. Hanno paura del contatto in tutti i sensi. Toccare qualcuno significa anche commuoverlo. La commozione implica emozione, debolezza. perdita di controllo, lacrime, umiltà. Non si può essere freddi, orgogliosi e superiori, quando si è commossi, quando si è emotivamente coinvolti.
Così con il bisogno incoercibile di mangiare o la negazione del cibo vengono messe a tacere le emozioni e questo è certamente più sicuro che lasciarsi andare o essere trascinata emotivamente.
Chi ha paura di essere toccato a livello fisico e psichico ha anche paura di 'far entrare' qualcosa. E chi ha paura di far entrare, ha anche paura della sessualità. Infatti, le donne che presentano disturbi alimentari hanno anche problemi con la sessualità, specialmente nell'abbandonarsi al partner. Abbandono e controllo non si conciliano. Per abbandono non si intende soltanto l'abbandono sessuale, ma anche l'abbandonarsi a una situazione, ossia ogni forma di coinvolgimento. Se lascio che qualcuno si avvicini a me, questo qualcuno vedrà dietro la facciata, mi conoscerà come realmente sono. Percepirà di me cose che neppure io vedo e che spesso non voglio neppure vedere.
Le donne che soffrono di disturbi alimentari temono di essere scoperte. Hanno bisogno di distanza proprio per non essere viste come in realtà sono: esseri fragili. bisognosi, con il terrore di essere respinti e di non ricevere ciò che desiderano. Convinte come sono che la possibilità di ricevere un poco di amore, di affetto dipenda dalla capacità di essere 'abbastanza brave', tentano di diventare come credono di dover essere per meritarsi l'amore: utili, forti, affidabili, intelligenti e altre cose ancora. Se qualcuno supera la barriera protettiva e vede come sono in realtà, le assale il terrore di essere rifiutate, abbandonate.
La situazione, purtroppo, è ancora più complessa: le persone affette da questi disturbi, infatti, hanno anche paura che i propri bisogni possano essere soddisfati da qualcuno e che possa quindi crearsi un legame di dipendenza. Un 'eventale perdita di questo qualcuno sarebbe per loro ben più duro da sopportare che lo stato di privazione preesistente. In questo caso il principio 'occhio non vede, cuore non duole' non funzionerebbe più perché un bisogno una volta risvegliato e soddisfatto non può più essere nascosto a sé stesso e agli altri. Se qualcuno è in grado di dare a un altro qualcosa di fondamentale, di vitale, qualcosa di cui non si è mai avuto abbastanza egli si trova in una posizione di grande potere.
Come può una donna che ha una scarsa considerazione di sé credere a una appagamento durevole dei suoi bisogni? Essa conosce la propria avidità, la propria ingordigia e il conseguente, temuto rifiuto. Non crederà di poter ricevere abbastanza e questo le fa paura. Per placare questa paura può tentare di dimostrare la propria capacità oppure fuggire. I sintomi rappresentano anche vie di fuga, vie di fuga dalla vita.

(Tratto da "Donne che mangiano troppo" di Renate Gockel)

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