mercoledì 29 maggio 2013

IL DECORSO CLINICO DELL'ANORESSIA.

Una volta in corso l'anoressia ha un proprio sviluppo caratteristico come malattia, una dinamica interna che può essere considerevolmente indipendente dai fattori che le hanno dato origine. Quando la dieta si trasforma in digiuno e riduce infine alla "fame" vera e propria, l'anoressica tende ad accantonare le sue solite attività e relazioni personali, a intensificare un già eccessivo regime di esercizio e può per un certo periodo, raddoppiare gli sforzi indirizzati all'ottenimento del successo. E' ossessionata dal pensiero del cibo, da particolari farmaci dietetici, dai calcoli delle calorie, e dalla propria immagine riflessa nello specchio. Nelle prime fasi della malattia le anoressiche sperimentano spesso una sorta di euforia che ricorda lo stato descritto da chi limita l'assunzione di cibo per reali ragioni di salute o dai mistici. Queste esperienze sono peraltro brevi: più cresce il periodo di astensione dal cibo, più è probabile che intervenga e diventi dominante un senso di depressione.
Giunta ad un certo punto della malattia la paziente anoressica che ha perduto una rilevante quantità di peso tenderà a giustificare la sua condizione con ogni mezzo a sua disposizione, tra cui le diverse strategie di inganno e menzogna per le quali queste pazienti sono famose. Non è raro il ricorso a metodi ingegnosi per eliminare il cibo o per nascondere spaventosi livelli di dimagrimento sotto vestiti comodi, oppure ancora, l'uso di mezzi indiretti per gonfiare il proprio peso prima di un esame medico. L'anoressica non si limita ad ingannare gli altri ma in una certa misura è capace di convincere se stessa che "va tutto bene" e che non si è mai sentita meglio. Probabilmente nessun disturbo, tranne l'alcolismo, è tanto invariabilmente accompagnato dalla negazione della propria condizione. Per molti aspetti l'anoressica ricorda la situazione del tossicomane in quanto implica dipendenza e preoccupazione ossessiva per un comportamento orale (in questo caso il rifiuto del cibo) e il ricorso sistemico alla negazione e all'inganno per mantenere l'"apparenza".

Fonte: Anoressia e bulimia di R. A. Gordon

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