La USL Umbria 1 amplia la rete dei servizi per i disturbi alimentari e per venire incontro alla domanda di cura dell’Alta Valle del Tevere e dell’Alto Chiascio, attiva un servizio ambulatoriale specialistico presso il Centro di Salute di Umbertide che sarà operativo dal 9 settembre. Il servizio, coordinato dal Distretto dell’Alta Valle del Tevere in stretta sinergia con il Dipartimento di Salute Mentale e i Servizi di Età Evolutiva di Città di Castello e di Gubbio, sarà aperto tre giorni alla settimana e si avvarrà del contributo professionale di un'equipe multidisciplinare composta da psicologi, psichiatri, dietisti, infermieri, tecnici della riabilitazione, nutrizionisti ed endocrinologi, sotto la direzione medica di Laura Dalla Ragione.
“Nel corso della presentazione delle linee guida regionali sui disturbi del comportamento alimentare che si è svolta lo scorso 10 luglio a Perugia - spiega la dottoressa Laura Dalla Ragione, direttrice dei tre centri umbri dedicati al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare - è stato messo in evidenza come la patologia sia presente ed in costante aumento in tutto il territorio umbro, con un ulteriore abbassamento dell’età di esordio di anoressia e bulimia (anche su bambine di 8-10 anni), un interessamento della fascia di popolazione maschile e un aumento dell’obesità infantile e adolescenziale. E’ stato inoltre sottolineato come la prognosi di tali disturbi dipenda fondamentalmente da due fattori: la precocità della presa in carico e la continuità assistenziale”.
Il servizio offre una prima valutazione e una presa in carico integrata, che consentirà l’intercettazione dei bisogni soprattutto dei pazienti più giovani. Saranno effettuate terapie specializzate, individuali e di gruppo, attraverso progetti terapeutici personalizzati: terapie di gruppo psicologiche e nutrizionali, terapia dello specchio, Bioimpedenziometria, psicoterapie e pianificazione nutrizionale.
“La nostra azienda può vantare una rete di servizi per i disturbi alimentari che, per bacino di utenza e modello organizzativo, - precisa il direttore generale Giuseppe Legato - rappresenta un’eccellenza in Italia ed è stata presa come esempio anche all’estero. Con la riorganizzazione della rete assistenziale dei disturbi alimentari, che ad oggi comprende il centro di Palazzo Francisci di Todi, che gestisce anche il Numero Verde Nazionale, il centro diurno Nido delle Rondini sempre a Todi e il Centro DAI a Città della Pieve, i servizi saranno estesi a Umbertide per coprire ai bisogni di tutta l’Alta Umbria”.
“La cosa fondamentale che dobbiamo garantire - prosegue Legato - è la continuità assistenzialedei cittadini e la possibilità di accedere a tutti i livelli di assistenza (ambulatorio, day hospital, residenza e semiresidenza) con facilità e appropriatezza. Successivamente provvederemo ad attivare anche un Day Service dedicato ai disturbi alimentari presso il reparto di medicina dell’ospedale di Umbertide, per completare la valutazione clinica di queste insidiose patologie e per consentire un attento monitoraggio delle condizioni generali delle giovani pazienti”.
Una particolare attenzione sarà dedicata al lavoro con le famiglie, punto fondamentale del trattamento, con l’attivazione di gruppi settimanali di ascolto e supporto, a cura della associazione dei familiari e pazienti “Mifidodite”.
Considerati come una vera e propria epidemia sociale, in Italia i disturbi del comportamento alimentare colpiscono circa 3milioni di persone. In Umbria sono 15mila le persone affette da anoressia, bulimia o disturbo da alimentazione incontrollata. L’età si abbassa anche al di sotto dei 10anni e comincia ad alzarsi sopra i 40, colpendo anche soggetti di sesso maschile, vera novità nell’evoluzione storica della patologia.
Fonte: http://www.valtiberinainforma.it/news/da-settembre-a-umbertide-un-nuovo-servizio-dedicato-ai-disturbi-del-comportamento-alimentare
"Lo Specchio dell'Anima"
Questo spazio vuole essere un luogo dove condividere informazioni ed emozioni sui DCA, i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, binge eating e obesità). Dott.ssa Lucia Negri - Counselor - Studio in Roma, Napoli, Vietri sul Mare - per contatti lucia_negri@libero.it
mercoledì 31 luglio 2013
giovedì 25 luglio 2013
SEMPRE PIU' ANORESSICI E BULIMICI
Sono in aumento i casi di esordio precoce di queste due patologie
A lanciare l’allarme sui pericoli che dalla rete possono arrivare per chi soffre di disturbi alimentari è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che sottolinea come molte siano, ancora oggi, le informazioni distorte e fuorvianti che è possibile trovare online. «Quando si digitano le parole anoressia o bulimia è facile ancora oggi trovare siti su come aggirare il controllo delle famiglie, su come smettere di mangiare: così non si può più andare avanti, per questo serve un’operazione culturale molto forte» sottolinea Lorenzin, spiegando che il ministero non intende abbassare la guardia, soprattutto in termini di prevenzione.
Queste patologie, pur essendo in primo luogo disturbi psichiatrici, producono complicanze fisiche anche serie, per la malnutrizione e i comportamenti impropri messi in atto per controllare il peso. Tutto ciò, nel caso ad esempio dell’anoressia nervosa, porta a una mortalità di cinque o dieci volte maggiore rispetto a chi è sano. In più spesso è difficile fare una diagnosi per tempo: molti casi arrivano agli specialisti dopo una lunga storia di malattia, quando è più difficile ottenere una guarigione.
Fonte: http://www.lastampa.it/2013/07/18/societa/mamme/salute/pedagogia-e-psicologia/sempre-pi-anoressici-e-bulimici-cVO879eJwXV9FI52LbHtDN/pagina.html
Con il cibo hanno un rapporto ossessivo. Lo rifiutano per un’esagerata paura di ingrassare, dimagriscono e poi mangiano nuovamente, in maniera smodata: i giovanissimi sono sempre più prigionieri di anoressia e bulimia. Secondo il quaderno del ministero della Salute dedicato ai disturbi alimentari sono infatti in aumento i casi di esordio precoce di queste due patologie, che generalmente si manifestano in una fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni. Al contrario, altri disturbi alimentari, come la sindrome da alimentazione incontrollata (il cosiddetto binge eating disorder)sembrano non avere età, arrivando a colpire i bambini e persino gli anziani, anche se raggiungono il picco in età adulta. Le più colpite rimangono sempre le donne (circa 8 nuovi casi all’anno ogni 100mila persone per l’anoressia, che sfiorano i 12 nuovi casi all’anno per 100mila persone nel caso della bulimia), ma il cresce il disagio anche tra gli uomini, che ormai rappresentano il 5-10% di tutti i casi di anoressia nervosa, il 10-15% di tutti i casi di bulimia e ben il 30-40% dei casi di sindrome da alimentazione incontrollata. Colpa soprattutto di un ideale di magrezza e di perfezione fisica diverso, più «restrittivo» che si è sviluppato negli ultimi 50 anni e che viene veicolato con diversi mezzi di comunicazione, tra i quali Internet.
A lanciare l’allarme sui pericoli che dalla rete possono arrivare per chi soffre di disturbi alimentari è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che sottolinea come molte siano, ancora oggi, le informazioni distorte e fuorvianti che è possibile trovare online. «Quando si digitano le parole anoressia o bulimia è facile ancora oggi trovare siti su come aggirare il controllo delle famiglie, su come smettere di mangiare: così non si può più andare avanti, per questo serve un’operazione culturale molto forte» sottolinea Lorenzin, spiegando che il ministero non intende abbassare la guardia, soprattutto in termini di prevenzione.
Queste patologie, pur essendo in primo luogo disturbi psichiatrici, producono complicanze fisiche anche serie, per la malnutrizione e i comportamenti impropri messi in atto per controllare il peso. Tutto ciò, nel caso ad esempio dell’anoressia nervosa, porta a una mortalità di cinque o dieci volte maggiore rispetto a chi è sano. In più spesso è difficile fare una diagnosi per tempo: molti casi arrivano agli specialisti dopo una lunga storia di malattia, quando è più difficile ottenere una guarigione.
Fonte: http://www.lastampa.it/2013/07/18/societa/mamme/salute/pedagogia-e-psicologia/sempre-pi-anoressici-e-bulimici-cVO879eJwXV9FI52LbHtDN/pagina.html
giovedì 18 luglio 2013
IL CIRCOLO VIZIOSO DELLE DIETE
Molte persone che hanno crisi di abbuffate compulsive seguono delle diete. Stare a dieta è un buon esempio di come i problemi legati alle abbuffate compulsive possono rendere difficile una classificazsione di caue o effetti. Fare una dieta precede spesso l'inizio delle abbuffate nello sviluppo dei problemi relativi alle abbuffate compulsive, maè anche una risposta all'aver mangiato troppo. Ci sono ragioni valide per credere che il seguire delle diete giochi un ruolo chiave nell'iniziare e nel mantenere molti problemi di abbuffate compulsive.
Lo stare a dieta interrotto da attacchi bulimici è una modalità di alimentazione comune. E' più evidente nella bulimia nervosa e nell'anoressia nervosa, dove la dieta è spesso più estrema e costante. In realtà alcune persone che hanno questi disturbi mangiano poco o nulla al di fuori delle abbuffate. Un comportamento simile è tenuto da molti di coloro che hanno un disturbo da abbuffate compulsive, ma la dieta è generalmente meno estrema, soprattutto tra quelli che sono sovrappeso. Il loro stare a dieta tende anche ad essere periodico, piuttosto che continuo. Non è raro per chi soffre di un disturbo da abbuffate compulsive alternare fasi di diete seguite con successo, che possono durare mesi, e periodi di sovralimentazione. Conseguentemente il peso può oscillare di molto.
C'è un circolo vizioso che potrebbe esservi familiare, con la dieta che incoraggia le abbuffate e ne è anche una risposta. Questo schema può ripetersi quasi all'infinito; è un circolo vizioso che può durare anni.
Poiché l'essere a dieta è uno dei fattori principali che rendono le persone vulnerabili alle crisi di abbuffate compulsive, uno degli scopi di molti trattamenti è di ridurre la tendenza a fare diete.
Fonte: "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn
Lo stare a dieta interrotto da attacchi bulimici è una modalità di alimentazione comune. E' più evidente nella bulimia nervosa e nell'anoressia nervosa, dove la dieta è spesso più estrema e costante. In realtà alcune persone che hanno questi disturbi mangiano poco o nulla al di fuori delle abbuffate. Un comportamento simile è tenuto da molti di coloro che hanno un disturbo da abbuffate compulsive, ma la dieta è generalmente meno estrema, soprattutto tra quelli che sono sovrappeso. Il loro stare a dieta tende anche ad essere periodico, piuttosto che continuo. Non è raro per chi soffre di un disturbo da abbuffate compulsive alternare fasi di diete seguite con successo, che possono durare mesi, e periodi di sovralimentazione. Conseguentemente il peso può oscillare di molto.
C'è un circolo vizioso che potrebbe esservi familiare, con la dieta che incoraggia le abbuffate e ne è anche una risposta. Questo schema può ripetersi quasi all'infinito; è un circolo vizioso che può durare anni.
Poiché l'essere a dieta è uno dei fattori principali che rendono le persone vulnerabili alle crisi di abbuffate compulsive, uno degli scopi di molti trattamenti è di ridurre la tendenza a fare diete.
Fonte: "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn
martedì 16 luglio 2013
SEMPRE PIU' GIOVANISSIMI IN TRAPPOLA ANORESSIA E BULIMIA
(ANSA) - ROMA,16 LUG - Sempre più giovanissimi nella trappola di anoressia e bulimia. Sono in crescita infatti - secondo il quaderno della Salute dedicato all'appropriatezza clinica, strutturale, e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell'alimentazione - i casi di esordio precoce di questi disturbi dell'alimentazione, che generalmente si manifestano nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 19 anni. Al contrario altri disturbi alimentari, come la sindrome da alimentazione incontrollata (il cosiddetto binge eating disorder) sembrano non avere età, arrivando a colpire i bambini e persino gli anziani, anche se raggiungono il picco in età adulta. Le donne-emerge, dal quaderno, sono in generale le più colpite, ma cresce il disagio anche tra gli uomini, che ormai rappresentano il 5-10% di tutti i casi di anoressia nervosa, il 10-15% di tutti i casi di bulimia e ben il 30-40% dei casi di sindrome da alimentazione incontrollata. (ANSA).
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/saluteebenessere/2013/07/16/Sempre-piu-giovanissimi-trappola-anoressia-bulimia_9029249.html
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/saluteebenessere/2013/07/16/Sempre-piu-giovanissimi-trappola-anoressia-bulimia_9029249.html
lunedì 15 luglio 2013
ANORESSIA NERVOSA
Per dire che una persona soffre di anoressia nervosa ci devono essere due condizioni principali:
1. La persona dovrebbe essere notevolmente sottopeso, e questo in conseguenza dei suoi stessi sforzi.
2. La persona dovrebbe essere molto preoccupata per la forma fisica o il peso corporeo, o per entrambi. Tuttavia, anziché angustiarsi per il fatto di essere sottopeso, dovrebbe essere terrorizzata dalla paura di aumentare di peso e ingrassare, Infatti molte persone anoressiche si considerano "grasse" nonostante il basso peso corporeo,
L'anoressia nervosa colpisce principalmente le adolescenti e le giovani. Le persone con questo disturbo raggiungono un peso corporeo basso mangiando molto poco, e anche facendo un esercizio fisico eccessivo. Evitano di mangiare cibi che considerano ingrassanti, e a volte digiunano. Circa un terzo fa "abbuffate", durante le quali i tentativi di limitare l'assunzione di cibo falliscono, con conseguente perdita di controllo sul mangiare.
Le abbuffate compulsive delle persone con anoressia nervosa sono piccole per quantità di cibo ingerito, e pertanto vengono considerate abbuffate soffettive. Per esempio un'abbuffata può consistere semmplicemente di alcuni biscotti, ma persino questo quantitativo sembrerò eccessivo alla gran parte delle persone anoressiche. Indipendentemente dalla quantità, sono associate a notevole ansia e sono seguite da vergogna e sensi di colpa.
Fonte: da "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn.
1. La persona dovrebbe essere notevolmente sottopeso, e questo in conseguenza dei suoi stessi sforzi.
2. La persona dovrebbe essere molto preoccupata per la forma fisica o il peso corporeo, o per entrambi. Tuttavia, anziché angustiarsi per il fatto di essere sottopeso, dovrebbe essere terrorizzata dalla paura di aumentare di peso e ingrassare, Infatti molte persone anoressiche si considerano "grasse" nonostante il basso peso corporeo,
L'anoressia nervosa colpisce principalmente le adolescenti e le giovani. Le persone con questo disturbo raggiungono un peso corporeo basso mangiando molto poco, e anche facendo un esercizio fisico eccessivo. Evitano di mangiare cibi che considerano ingrassanti, e a volte digiunano. Circa un terzo fa "abbuffate", durante le quali i tentativi di limitare l'assunzione di cibo falliscono, con conseguente perdita di controllo sul mangiare.
Le abbuffate compulsive delle persone con anoressia nervosa sono piccole per quantità di cibo ingerito, e pertanto vengono considerate abbuffate soffettive. Per esempio un'abbuffata può consistere semmplicemente di alcuni biscotti, ma persino questo quantitativo sembrerò eccessivo alla gran parte delle persone anoressiche. Indipendentemente dalla quantità, sono associate a notevole ansia e sono seguite da vergogna e sensi di colpa.
Fonte: da "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn.
venerdì 5 luglio 2013
DISTURBO DA ABBUFFATE COMPULSIVE
Il disturbo da abbuffate compulsive è l'altrodisturbo del comportamento alimentare in cui l'abbuffata compulsiva è la caratteristica pincipale.
Chi ha un disturbo da abbuffate compulsive si abbuffa ritetutamente, ma non ricorre alle estreme misure di controllo del peso corporeo usate da chi soffre di bulimia nervosa. L'esperienza e la ricerca clinica suggeriscono che il disturbo da abbuffate compulsive è più diffuso della bulimia nervosa. Uomini e donne ne sono colpiti in maniera più equilibrata. Gli afro-americani risultano a richio quanto i bianchi; la fascia d'età interessata sembra più ampia, dai venti ai cinquant'anni.
Fonte: "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn
Chi ha un disturbo da abbuffate compulsive si abbuffa ritetutamente, ma non ricorre alle estreme misure di controllo del peso corporeo usate da chi soffre di bulimia nervosa. L'esperienza e la ricerca clinica suggeriscono che il disturbo da abbuffate compulsive è più diffuso della bulimia nervosa. Uomini e donne ne sono colpiti in maniera più equilibrata. Gli afro-americani risultano a richio quanto i bianchi; la fascia d'età interessata sembra più ampia, dai venti ai cinquant'anni.
Fonte: "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn
giovedì 4 luglio 2013
OBESITA' E ANORESSIA METTONO A RISCHIO IL CONCEPIMENTO
Obesità e anoressia mettono a rischio il concepimento
M. è una mia cara amica. M. ha problemi con il cibo. M ha 36 anni, è alta 1 metro e 72 centimetri e pesa 49 chilogrammi. M, da anni, cerca di avere un bambino. Invano. Io ne soffro e per questo oggi vorrei parlare con voi del rapporto tra peso e pancione. No, non dei chili che bisogna mettere su (e quelli da evitare) durante la gravidanza ma del «giusto peso» richiesto dalla maternità. Il troppo, come il troppo poco, sono nemici della riproduzione. Perché? Semplice: nelle donne obese, così come in quelle anoressiche, l’infertilità è più frequente che in donne normopeso perché una dieta scorretta altera la produzione di ormoni stereoidei, quelli che ci fanno venire il ciclo regolarmente.
Le aspiranti madri obese hanno un ostacolo in più da superare: l’eccesso di grasso accumulato nel tessuto corporeo altera il corretto rapporto tra gli ormoni del sangue (gli estrogeni e gli androgeni). Ne conseguono amenorrea (cioè l’assenza di ciclo e dunque l’impossibilità a procreare) e ovaio policistico. Questa disfunzione ormonale è purtroppo tipica anche delle donne anoressiche: la mia amica M, per esempio, non era nemmeno in grado di sostenere i cicli di riproduzione assistita perché il suo calo ormonale non permetteva la creazione nemmeno di quella quantità minima di follicoli indispensabile per la fecondazione in vitro. Nulla. Senza dimenticare che M, ossessionata dal peso, si ‘massacrava’ con ore di sport, facendo subire al suo corpo un eccesso di attività fisica che è sempre sconsigliato se si vuole cercare di avere un bambino.
Soluzioni? Posto che nel caso dell’anoressia parliamo di malattie che vanno curate con personale medico e psicologico adeguato e che non possiamo generalizzare, nel caso di donne colpite da eccesso di magrezza o da obesità che desiderino presto un bambino il mio consiglio spassionato è: curate ciò che mettete nel piatto! Per far funzionare il nostro corpo, macchina straordinaria e alquanto efficiente, è fondamentale il giusto apporto di nutrienti specifici come la vitamina A ed E, molto importanti perché legate al funzionamento dell’apparato riproduttivo. Sì dunque a pesce, frutta, verdura, specie quella colorata, sì anche a legumi e carboidrati. E ricordiamoci che per diventare madre bisogna essere in forma: i bambini, fin da neonati, sono impegnativi!
Valentina Granatello
http://it.lifestyle.yahoo.com/blog/perche-te-lo-dice-mamma/obesit%C3%A0-e-anoressia-mettono-rischio-il-concepimento-094133794.html
M. è una mia cara amica. M. ha problemi con il cibo. M ha 36 anni, è alta 1 metro e 72 centimetri e pesa 49 chilogrammi. M, da anni, cerca di avere un bambino. Invano. Io ne soffro e per questo oggi vorrei parlare con voi del rapporto tra peso e pancione. No, non dei chili che bisogna mettere su (e quelli da evitare) durante la gravidanza ma del «giusto peso» richiesto dalla maternità. Il troppo, come il troppo poco, sono nemici della riproduzione. Perché? Semplice: nelle donne obese, così come in quelle anoressiche, l’infertilità è più frequente che in donne normopeso perché una dieta scorretta altera la produzione di ormoni stereoidei, quelli che ci fanno venire il ciclo regolarmente.
Le aspiranti madri obese hanno un ostacolo in più da superare: l’eccesso di grasso accumulato nel tessuto corporeo altera il corretto rapporto tra gli ormoni del sangue (gli estrogeni e gli androgeni). Ne conseguono amenorrea (cioè l’assenza di ciclo e dunque l’impossibilità a procreare) e ovaio policistico. Questa disfunzione ormonale è purtroppo tipica anche delle donne anoressiche: la mia amica M, per esempio, non era nemmeno in grado di sostenere i cicli di riproduzione assistita perché il suo calo ormonale non permetteva la creazione nemmeno di quella quantità minima di follicoli indispensabile per la fecondazione in vitro. Nulla. Senza dimenticare che M, ossessionata dal peso, si ‘massacrava’ con ore di sport, facendo subire al suo corpo un eccesso di attività fisica che è sempre sconsigliato se si vuole cercare di avere un bambino.
Soluzioni? Posto che nel caso dell’anoressia parliamo di malattie che vanno curate con personale medico e psicologico adeguato e che non possiamo generalizzare, nel caso di donne colpite da eccesso di magrezza o da obesità che desiderino presto un bambino il mio consiglio spassionato è: curate ciò che mettete nel piatto! Per far funzionare il nostro corpo, macchina straordinaria e alquanto efficiente, è fondamentale il giusto apporto di nutrienti specifici come la vitamina A ed E, molto importanti perché legate al funzionamento dell’apparato riproduttivo. Sì dunque a pesce, frutta, verdura, specie quella colorata, sì anche a legumi e carboidrati. E ricordiamoci che per diventare madre bisogna essere in forma: i bambini, fin da neonati, sono impegnativi!
Valentina Granatello
http://it.lifestyle.yahoo.com/blog/perche-te-lo-dice-mamma/obesit%C3%A0-e-anoressia-mettono-rischio-il-concepimento-094133794.html
martedì 2 luglio 2013
BULIMIA NERVOSA
La bulimia nervosa, originariamente conosciuta in nord
America come "bulimia", è arrivata all'attenzione medica solo negli
ultimi vent'anni.
Tutti gli schemi di diagnostica moderna concordano sul fatto
che è necessaria la presenza di tre elementi perché si possa dire che qualcuno
soffre di bulimia nervosa:
1. La persona deve fare abbuffate (oggettive) di frequente;
deve cioè consumare quantità di cibo veramente grandi, tenuto conto del
contesto in cui il cibo viene mangiato. Al tempo stesso la persona deve avete
un senso di perdita di controllo.
2. La persona deve fare uso regolare di una qualsiasi delle
molte misure estreme di controllo della forma fisica o del peso corporeo.
Queste misure includono vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici,
eccesso di esercizio fisico, e dieta ferrea o digiuno.
3. La persona deve preoccuparsi oltremodo per la forma
fisica o il peso corporeo o per entrambi e dovrebbe avere una forte paura del
grasso o dell'autmento di peso. Questa preoccupazione dovrebbe andare al di là
del semplice sentirsi grassa o essere infelice per l'aspetto fisico. Anzi,
l'intera vita dovrebbe essere dominata da queste preoccupazioni.
La bulimia nervgosa è caratteristica soprattutto delle
donne, generalmente tra i venti e i tren'anni. Il problema sorge di solito
verso i vent'anni con un periodo di dieta rigida. In circa un terzo dei casi
questa dieta può essere portata coì all'estremp da sviluppare dapprima
un'anoressia nervosa e poi una bulimia nervosa.
giovedì 27 giugno 2013
OBESITA’: L’EFFICACIA DEL TRATTAMENTO INTEGRATO
Tratto da Elisa Morosi
Recenti ricerche dimostrano che quasi 5 milioni di persone in Italia soffrono di obesità, e il dato diventa ancora più preoccupante se si considera che l’incidenza è in continuo aumento tra bambini e adolescenti.
Come è ormai noto, le cause dell’obesità sono molteplici e sono da ascrivere a fattori sia genetici che ambientali (più dell’80% dei bambini obesi ha entrambi i genitori obesi), ma anche sociali e psicologici: appare quindi evidente l’importanza di affiancare trattamenti diversi che si occupino in modo sinergico dei diversi aspetti che costituiscono questa malattia.
La componente psicologica di questo disturbo alimentare è stata a lungo trascurata, affidando unicamente a diete e chirurgia l’intera responsabilità di portare a termine un intervento di successo; attualmente le evidenze scientifiche mostrano che la nostra mente ha un ruolo fondamentale nell’origine e nel mantenimento del disturbo e che è possibile intervenire a diversi livelli:
Tratto da Elisa Morosi
Recenti ricerche dimostrano che quasi 5 milioni di persone in Italia soffrono di obesità, e il dato diventa ancora più preoccupante se si considera che l’incidenza è in continuo aumento tra bambini e adolescenti.
Come è ormai noto, le cause dell’obesità sono molteplici e sono da ascrivere a fattori sia genetici che ambientali (più dell’80% dei bambini obesi ha entrambi i genitori obesi), ma anche sociali e psicologici: appare quindi evidente l’importanza di affiancare trattamenti diversi che si occupino in modo sinergico dei diversi aspetti che costituiscono questa malattia.
La componente psicologica di questo disturbo alimentare è stata a lungo trascurata, affidando unicamente a diete e chirurgia l’intera responsabilità di portare a termine un intervento di successo; attualmente le evidenze scientifiche mostrano che la nostra mente ha un ruolo fondamentale nell’origine e nel mantenimento del disturbo e che è possibile intervenire a diversi livelli:
- intervento psicoeducativo: è possibile farlo in gruppo ed è particolarmente efficace per coloro che hanno difficoltà a seguire per lungo tempo una dieta e hanno molti pensieri disfunzionali riguardo la dieta, il peso, l’immagine corporea, se stessi. La psicoeducazione mira ad aumentare il senso di autoefficacia di ciascuno attraverso la condivisione di paure, difficoltà e strategie con chi ha lo stesso disagio;
- coinvolgimento dei familiari: detto che uno dei fattori rilevanti è quello ambientale, è importante pensare a un intervento che possa fornire indicazioni e supporto anche alla famiglia del paziente, a maggior ragione se si tratta di un bambino o un adolescente; problematiche come depressione o ansia e difficoltà relazionali accompagnano spesso il problema dell’obesità e vanno gestite nel modo adeguato;
- sostegno psicologico durante il percorso di cura: alcuni studi mostrano una buona efficacia del supporto psicologico nel migliorare aree rilevanti come l’umore, l’autostima e la consapevolezza e, di conseguenza, la volontà e la predisposizione a mantenere il necessario impegno nel seguire un trattamento integrato.
domenica 23 giugno 2013
COME COMINCIANO LE ABBUFFATE COMPULSIVE.
Sono molte le cose che provocano un attacco bulimico. Sensazioni spiacevoli di ogni tipo possono sollecitare l'abbuffata compulsiva. La depressione è uno stimolo particolarmente potente. Altre cause emotive scatenanti sono la tensione, il sentirsi senza speranza, la solitudine, la noia, l'irritabilità e la rabbia.
Sentirsi grassi. Sentirsi grassi è un tipo particolare di stato d'animo spiacevole, comune tra le persone che si preoccupano della loro forma fisica, Può scatenare un attacco bulimico.
Guadagnare peso. La gran parte delle persone preoccupate per il proprio peso reagisce male ad ogni aumento: qualsiasi incremento, anche modesto come mezzo chilo, può innescare una reazione negativa. Tra quelli che tengono ad avere questo tipo di problemi alimentari, una risposta può essere quella di abbandonare tutti i tentativi di controllare l'alimentazione, finendo poi per abbuffarsi.
Dieta e fame. Molte4 persone con problemi di abbuffate compulsive mangiano poco al di fuori della abbuffate. Questa deprivazione di cibo può avere molti effetti indesiderati, perché è come se la persona stesse cercando di patire la fame. Mangiare troppo poco dà origine a delle pressioni fisiologiche e psicologiche che spingono a nutrirsi, e per coloro che tendono ad abbuffarsi può essere molto difficile smettere, una volta che cominciano a mangiare.
Rompere una regola dietetica. Molte persone che hanno attacchi bulimici sono a dieta, e la loro dieta tende ad essere caratteristica. per esempio, hanno spesso regole rigide su quanto e quando dovrebbero mangiare. Inoltre possono avere delle regole su cosa si dovrebbe mangiare, che includono i cibi considerati "ingrassanti". Rompere una regola dietetica scatena in genere un'abbuffata compulsiva.
Tempo non programmato. La mancanza di programmi per la giornata sembra rendere le persone inclini ad abbuffarsi, mentre avere una routine sembra costituire una protezione. La mancanza di organizzazione può essere anche accompagnata da noia, uno degli stati d'animo spiacevoli che tende a provocare le abbuffate compulsive.
Essere soli. Le abbuffate compulsive si verificano quasi sempre in segreto. Per quelli che hanno questo problema l'essere soli aumenta il rischio, da momento che non hanno nessun vincolo sociale. Inoltre se la persona si sente sola, il rischio è ancora maggiore.
Tensione premestruale. Alcune donne riferiscono di trovare particolarmente difficile controllare l'alimentazione nei giorni che precedono le mestruazioni. Questo fatto può essere una risposta a sensazioni fisiche quali il sentirsi gonfie, o a stati d'animo negativi quali la depressione e l'irritabilità.
Bere alcolici. Alcuni trovano che bere alcolici li rende vulnerabili alle abbuffate compulsive. Le cause sono molte. L'alcol riduce la capacità di resistere ai desideri immediati e così rende più difficile seguire le regole dietetiche, L'alcol indebolisce anche la capacità di giudizio e fa si che le persone sottovalutino quanto male si sentiranno se infrangono la dieta. In aggiunta, alcuni si sentono depressi quando bevono, e quindi il loro rischio di abbuffarsi aumenta ulteriormente.
Fonte: "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn
Sentirsi grassi. Sentirsi grassi è un tipo particolare di stato d'animo spiacevole, comune tra le persone che si preoccupano della loro forma fisica, Può scatenare un attacco bulimico.
Guadagnare peso. La gran parte delle persone preoccupate per il proprio peso reagisce male ad ogni aumento: qualsiasi incremento, anche modesto come mezzo chilo, può innescare una reazione negativa. Tra quelli che tengono ad avere questo tipo di problemi alimentari, una risposta può essere quella di abbandonare tutti i tentativi di controllare l'alimentazione, finendo poi per abbuffarsi.
Dieta e fame. Molte4 persone con problemi di abbuffate compulsive mangiano poco al di fuori della abbuffate. Questa deprivazione di cibo può avere molti effetti indesiderati, perché è come se la persona stesse cercando di patire la fame. Mangiare troppo poco dà origine a delle pressioni fisiologiche e psicologiche che spingono a nutrirsi, e per coloro che tendono ad abbuffarsi può essere molto difficile smettere, una volta che cominciano a mangiare.
Rompere una regola dietetica. Molte persone che hanno attacchi bulimici sono a dieta, e la loro dieta tende ad essere caratteristica. per esempio, hanno spesso regole rigide su quanto e quando dovrebbero mangiare. Inoltre possono avere delle regole su cosa si dovrebbe mangiare, che includono i cibi considerati "ingrassanti". Rompere una regola dietetica scatena in genere un'abbuffata compulsiva.
Tempo non programmato. La mancanza di programmi per la giornata sembra rendere le persone inclini ad abbuffarsi, mentre avere una routine sembra costituire una protezione. La mancanza di organizzazione può essere anche accompagnata da noia, uno degli stati d'animo spiacevoli che tende a provocare le abbuffate compulsive.
Essere soli. Le abbuffate compulsive si verificano quasi sempre in segreto. Per quelli che hanno questo problema l'essere soli aumenta il rischio, da momento che non hanno nessun vincolo sociale. Inoltre se la persona si sente sola, il rischio è ancora maggiore.
Tensione premestruale. Alcune donne riferiscono di trovare particolarmente difficile controllare l'alimentazione nei giorni che precedono le mestruazioni. Questo fatto può essere una risposta a sensazioni fisiche quali il sentirsi gonfie, o a stati d'animo negativi quali la depressione e l'irritabilità.
Bere alcolici. Alcuni trovano che bere alcolici li rende vulnerabili alle abbuffate compulsive. Le cause sono molte. L'alcol riduce la capacità di resistere ai desideri immediati e così rende più difficile seguire le regole dietetiche, L'alcol indebolisce anche la capacità di giudizio e fa si che le persone sottovalutino quanto male si sentiranno se infrangono la dieta. In aggiunta, alcuni si sentono depressi quando bevono, e quindi il loro rischio di abbuffarsi aumenta ulteriormente.
Fonte: "Come vincere le abbuffate" di C. Fairburn
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